
Professore emerito di Scienze dell’Educazione all’Università Lumière Lyon II
Philippe Meirieu
La pratica e le teorie di Meirieu
Tutti dovremmo avere una “nostra visione ideale di scuola presente e futura” o almeno di un’ora lezione.
Ovviamente dietro una visione vi sono pratiche, esperienze e teorie di fondo, che la ispirano e la sostengono
Oggi per queste ragioni vi parlo di Philippe Meirieu, che è alla base della mia visione.
Meirieu è un autore prolifico che ha scritto innumerevoli saggi, la sintesi della sua opera è accessibile, in francese, sul suo Sito.
Il docente pensatore
Per Meirieu pedagogia e didattica, gestione, relazione e disciplina si fondono in un tutt’uno, quella che io chiamo “edu-didattica”.
Sintetizzo alcuni concetti fondamentali della sua opera “Imparare ma come?”, pensate che risale al 1988!
• Bisogna trovare un punto di appoggio per favorire l’apprendimento sul piano senso-motorio, cognitivo e
affettivo dell’allievo, che sia legato ai suoi progetti personali.
• L’allievo “attento e motivato” ha un progetto di uso futuro, ha delle immagini mentali di tale risultato.
• Variare la distanza pedagogica è fondamentale per una buona gestione; in alcuni momenti siamo vicini e
“quasi amici” degli allievi, in altri teniamo una certa distanza.
Sono 4 le operazioni mentali cognitive fondamentali:
• indurre
• dedurre
• dialettizzare (fare interagire le leggi e i concetti)
• pensiero divergente.
La sua idea di competenza
Nella sua opera Meirieu anticipa il concetto di competenza oggi così alla moda.
Nel 1990 distingue, ad esempio, 3 tipologie di situazione problema:
• di comunicazione
• di risoluzione
• di utilizzo.
La situazione problema deve basarsi su una tripla valutazione diagnostica: del sapere, del saper fare e del saper essere.
L’ostacolo da superare durante la risoluzione è più importante del risultato, e questo nel ‘90 metteva già al centro il processo e la riflessione.
La valutazione
Meirieu afferma che la valutazione ¨è un mezzo di decontestualizzazione” ovvero che permette di capire
quando l’allievo sa applicare la conoscenza in un’altra situazione.
I criteri di valutazione vanno condivisi e costruiti con gli allievi. A tal proposito fornisce sempre consigli
pratici per l’aula:
• scrivere a fine giornata di cosa gli allievi si vogliono ricordare e attaccarlo su cartelloni
• identificare per ogni allievo alcuni punti deboli su cui concentrarsi nel lavoro
• avere un libretto di autovalutazione.
Le strategie che portano alla differenziazione
Gli allievi apprendono con stili di apprendimento diversi e questo porta il docente a utilizzare metodi,
situazioni didattiche e situazioni problema differenziate.
(Tratto da “Philippe Meirieu, chi è: un innovatore, un docente e un ricercatore dentro l’aula. La lezione
ideale”, di Miriano Romualdi, in Orizzontescuola.it, 23 aprile 2021)
